Primi su Google: la Guida SEO completa! Ricca di link Test
“Come essere primi su Google” è la mia guida SEO per il posizionamento sui motori di ricerca. Qui troverai tutti i trucchi e le tecniche SEO per migliorare il posizionamento su Google!
Di cosa parliamo primi su google
- 1 Essere primi su Google: perché è importante?
- 2 Cos’è la SEO e perché non puoi farne a meno
- 3 Inserire il sito nei motori di ricerca
- 4 Trucchi e tecniche SEO on site
- 4.1 Ottimizzazione della struttura: il silo
- 4.2 La scelta delle keyword
- 4.3 Ottimizzazione degli URL
- 4.4 Ottimizzazione del title
- 4.5 Ottimizzazione della meta description
- 4.6 Ottimizzazione dei testi
- 4.7 Ottimizzazione dei link
- 4.8 Ottimizzazione delle immagini
- 4.9 Ottimizzazione dei contenuti multimediali
- 4.10 HTTPS: la navigazione sicura
- 4.11 I dati strutturati
- 5 Le tecniche off-site
- 6 SEO Tool
Essere primi su Google: perché è importante?
Essere nella prima pagina di Google è fondamentale per il successo di un sito: come rivela uno studio dell’autorevolissimo portale Moz, il 71.33% dei click vengono effettuati sui risultati della prima pagina. La seconda e terza pagina raccolgono solo il 5.59% dei click. primi su google
Nella prima pagina di Google, in particolare, i primi 5 risultati raccolgono il 67.60% dei click e i risultati dalla sesta alla decima posizione raccolgono solo il 3.73%. primi su google
Ovviamente, se si parla sempre di Google e non degli altri motori di ricerca una ragione c’è: Big G, da solo, indirizza oltre il 90% del traffico web mondiale! Bei numeri, niente da dire… 🙂
Cos’è la SEO e perché non puoi farne a meno
SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization, ovvero ottimizzazione per i motori di ricerca. Comprende tutte quelle tecniche per rendere i tuoi contenuti più appetibili a Google e “soci” e migliorare la visibilità del tuo sito. primi su google
Le tecniche di ottimizzazione SEO si dividono in due grandi categorie: tecniche SEO on site e tecniche SEO off site. Nelle prime rientrano: l’ottimizzazione del codice HTML, degli URL, del title, della description, dei testi, delle immagini, dei contenuti multimediali, dei link, la creazione della sitemap.
La SEO off site, invece, mira alla promozione del sito e dei suoi contenuti attraverso attività di link earning e link building.
Inserire il sito nei motori di ricerca
L’indicizzazione dei siti internet è un procedimento automatico. Appena creato il tuo sito, i motori di ricerca lo rilevano automaticamente. Il processo non è istantaneo: possono volerci ore o giorni. Per accorciare i tempi, ci sono delle procedure per segnalare un sito ai motori di ricerca. primi su google
Come fare per far apparire il proprio sito su Google? Puoi usare la pagina per l’aggiunta e rimozione degli URL. Segnalare il sito è semplice: basta inserire l’URL completo (compreso, cioè, il prefisso http:// o https://). Puoi anche aggiungere commenti o parole chiave per “spiegare” il contenuto della pagina. primi su google
Come segnalare un sito a Bing? La procedura è altrettanto semplice: basta accedere alla pagina Invia il tuo sito a Bing, inserire lo url e il gioco è fatto! primi su google
In generale, per favorire l’indicizzazione sui motori di ricerca è opportuno creare una sitemap, una mappa del sito. Si tratta di un documento che descrive la struttura di un sito web. Se sei esperto, puoi crearla a mano, adoperare un servizio online come Xml Sitemap Generator o, se il tuo sito è stato creato con WordPress, adoperare un plugin. primi su google
Trucchi e tecniche SEO on site
Ottimizzazione della struttura: il silo
Come posizionarsi su Google? Punto di partenza non può che essere l’organizzazione dei contenuti del sito in una struttura coerente, chiara, facile da navigare all’utente. La struttura ideale, in questo senso, è la cosiddetta “silo structure”. Si tratta di una spartizione dei contenuti simile a quella di un libro: le informazioni vengono distinte in aree semantiche principali (le “silo pages”) simili ai capitoli di un libro e ulteriormente distinte in contenitori minori (per continuare la metafora del libro, paragrafi e sottoparagrafi). primi su google
La struttura a silo è stata individuata per la prima volta da Bruce Clay, che ne parla diffusamente sul suo sito. Eccone un esempio visuale: primi su google
Come si realizza la struttura a silo con WordPress? Semplice. Le “silo page” vengono create come pagine “parent”; il livello successivo può essere rappresentato da pagine “child”. L’alternativa è implementare il classico meccanismo categoria-post: in questo modo, la pagina silo è la pagina archivio di una categoria (generata, dunque, dinamicamente) e il contenuto posto al livello immediatamente sottostante un articolo.
La scelta delle keyword
Sai qual è il primo comandamento SEO?
Tratta ogni singolo contenuto come la risposta ad un bisogno specifico.
Cosa significa? Significa specializzarsi, individuare la propria nicchia e occuparla. I motori di ricerca ribollono di contenuti: svettare è questione di competenza e specificità. Ogni contenuto del tuo sito deve rispondere ad una query, ovvero ad una “domanda” degli utenti.
E qui entrano in gioco le keyword. Le parole chiave sono quelle espressioni che identificano attività, settori, oggetti ecc. per i quali vuoi posizionare un sito sui motori di ricerca. E’ importante creare i contenuti di una pagina web a partire da una parola chiave principale, esplorandone tutte le possibili diramazioni che compongono un’area semantica coerente. Per es., per questo articolo ho lavorato su “come essere primi su Google” (una keyphrase, più che una keyword), sviluppando tutti i concetti associati al tema del posizionamento nel tentativo di intercettare altre parole chiave importanti (per es. “google seo”).
Stabilito, dunque, l’argomento principale di una pagina, ecco quali criteri devi prendere in considerazione nella scelta delle keyword:
- Il volume di traffico, ovvero la media delle ricerche mensili per quella keyword primi su google
- La concorrenza o competizione, ovvero quanti siti web sono già stati indicizzati per quella parola. E’ un parametro importante, perché può incidere sulla facilità/difficoltà di posizionamento (dunque su tempi e costi);
- Le intenzioni di ricerca. Più la keyword è specifica, più è probabile che la finalità di quella ricerca sia un’azione per noi rilevante, cioè una conversione (acquisto, iscrizione ecc.). Per es., se cerco “fotografo di matrimonio a milano”, è molto probabile che stia cercando un professionista in grado di scattare le foto per le mie nozze. Se cerco “foto matrimonio”, magari voglio solo ammirare qualche bello scatto!
I primi due dati sono oggettivamente misurabili tramite Google AdWords Keyword Planner (edit: non più, purtroppo!), SeoZoom o Semrush, tool potentissimi (a pagamento) che analizzano i flussi di traffico e ti consentono di trovare nuove keyword. Se infatti è opportuno ragionare a partire da una keyword principale, è anche opportuno creare una coda lunga di parole chiave, utilissima a intercettare il giusto target e stimolare click e conversioni (acquisti, iscrizioni ecc.).
Ottimizzazione degli URL
Lo URL (Uniform Resource Locator) è una sequenza di caratteri che localizza una risorsa (pagina, documento, immagine ecc.) su internet. L’indirizzo di una pagina è un elemento importante nell’ottimizzazione SEO!
L’ideale è creare indirizzi parlanti, ovvero url discorsivi che riassumano il contenuto della pagina attraverso le keyword.
In generale, la struttura corretta di uno url SEO friendly è nomedeltuosito/parola-chiave. Di norma, congiunzioni e preposizioni, ovvero le stop word, non dovrebbero comparire negli url. Ti consiglio, comunque, di valutare caso per caso: a volte eliminare una stop word può rendere meno leggibile lo url e alterarne il significato; altre, la presenza o l’assenza di stop word può comportare variazioni nei volumi di ricerca e quindi potrebbe essere opportuno uno url con stop words.
Ottimizzazione del title
Per title s’intende il tag <title>, ovvero il titolo della pagina visualizzato nella SERP di Google (SERP: Search Engine Result Page, la pagina dei risultati di ricerca).
“La SEO è al 50% nel title”, dice un vecchio adagio. Lo schema ideale è:
“Keyword – Keyword #2 … | Nome Sito”
Ad esempio, questa pagina ha come title “Primi su Google: la Guida SEO completa! | Marco Loprete”.
È molto importante che il title cominci con la keyword/keyphrase per la quale si vuole migliorare il ranking.
Quanto deve essere lungo il title? La lunghezza minima del title raccomandata è 35 caratteri; la lunghezza massima raccomandata è 65 caratteri. Google consiglia 55-60 caratteri (più o meno 8/10 parole o 512 pixel). Tienilo presente perché se superi la lunghezza massima, nella SERP Google taglierà i caratteri eccedenti, mostrando il risultato tronco.
Una considerazione su keyword e title. Se si punta su una keyword senza stop words (es. “posizionamento motori ricerca”), coerenza vorrebbe che questa comparisse anche nel title. Questa scelta potrebbe non essere il massimo dello stile: in fondo, siamo esseri umani e non robot, le congiunzioni le usiamo! Considerando che i titoli sono la prima cosa che l’utente legge nella SERP, meglio trovare un compromesso tra la necessità di una corrispondenza precisa tra keyword e title e l’esigenza di testi accattivanti e leggibili.
Ricorda che Google non è “stupido”, non ragiona meccanicamente: se hai fatto un buon lavoro SEO, impostando il title con le stop words comparirai nella SERP anche per la keyphrase che non le contiene (e viceversa). A tal proposito si parla di LSI (Latent Semantic Indexing): il posizionamento è legato non solo a una corrispondenza diretta di termini tra query e keyword principale ma all’uso di sinonimi che consentano a Google di capire meglio di cosa la pagina tratta. Per questo, dunque, è possibile posizionarsi anche per keyword attinenti la parola chiave principale.
Ottimizzazione della meta description
La meta description è quella porzione di testo (snippet) che compare nella SERP sotto il title e lo url. Fornisce all’utente una descrizione del contenuto di una pagina e dunque va pensata come una sorta di rapido e conciso annuncio pubblicitario, tale da catturare l’attenzione di chi legge.
Ecco l’aspetto che assume il codice sorgente:
<meta name=”description” content=”Questo è un esempio di meta description. Con questo testo puoi spiegare agli utenti di cosa tratta il tuo sito e convincerli a consultarlo.”/>
Per scrivere la meta description pensa ad una frase breve (150-160 caratteri) ma d’effetto. Non concentrarti esclusivamente sulle keyword: Yoast, uno dei più famosi esperti SEO, sul suo blog sottolinea come molti motori di ricerca (tra cui Google) non adoperino la meta description nell’algoritmo del ranking. Il beneficio c’è, ma è soprattutto indiretto: Google usa il Click Through Rate (CTR) come indicatore del fatto che il tuo sito sia un buon risultato. Detto altrimenti: più persone cliccano sulla tua pagina, spinti dal title e dalla meta description, più questa riesce ad aumentare il suo ranking su Google.
È comunque importante ottimizzare la meta description con le keyword. Facci caso: quando esegui una ricerca per una certa keyword, se questa compare anche nella meta description viene evidenziata in grassetto. Sebbene non sia più un fattore di ranking, la corrispondenza con le chiavi di ricerca è importante, perché identifica con precisione l’argomento della pagina, lo rende più chiaro e dunque spinge gli utenti a cliccare sul risultato.
Un tool utilissimo per (tra le altre cose) ottimizzare le meta description è il Google Webmaster Tool. Iscriviti subito ed esplorane le funzionalità!
Ottimizzazione dei testi
L’ottimizzazione dei testi è una pratica importantissima per migliorare il posizionamento su Google di una pagina.
Ma cosa significa ottimizzare un testo? Cos’è la scrittura SEO (o anche SEO copywriting)? Un ruolo decisivo lo giocano – come sempre – le keyword. Ecco alcune regole fondamentali:
- Inserisci subito le keyword per le quali intendi posizionarti. In questo modo si dà, tanto al lettore che ai motori di ricerca, l’evidenza più chiara di quale argomento tratti l’articolo.
- Usa il grassetto. Usare il marcatore <strong> per mettere la keyword in grassetto significa far capire a Google che si tratta di un’espressione rilevante. Occhio però a non esagerare: usa il grassetto per evidenziare non solo la parola chiave, ma anche i concetti ad essa collegati, che possono essere interessanti per il lettore o estendere la semantica (l’area di significato) del post.
- Usa gli heading tag. Sono i tag che vanno da <h1> a <h6>, ovvero i titoli. Dal punto di vista SEO, sono rilevanti quelli da <h1> a <h3>: ti consiglio di adoperarli per evidenziare gli argomenti di cui parla la pagina, inserendoci le parole chiave. Una precisazione riguardo gli <h1>: l’HTML5 (la nuova versione del linguaggio di creazione dei siti web) consente di adoperare più tag h1 all’interno di una pagina. Tuttavia, per una questione di maggior chiarezza nell’organizzazione dei contenuti, è preferibile adoperare un solo h1.
- Non dare troppo peso alla keyword frequency, ovvero la frequenza con cui una parola chiave si ripete in un testo. Non c’è un valore numerico preciso da rispettare: è bene che una keyword abbia una certa ricorrenza nella pagina, ma non bisogna esagerare ed incappare nel keyword stuffing (una sovrapresenza di keyword che può essere penalizzante).
Ottimizzazione dei link
Ebbene sì: se vuoi essere primo su Google, devi gestire correttamente anche i link.
I link si dividono in due categorie:
- Link interni: quelli che rimandano a contenuti interni del sito
- Link esterni: collegamenti a risorse presenti fuori dal proprio sito o link al proprio sito da altri
La presenza di link interni (inbound link) in una pagina/articolo genera il cross-linking: un esempio è rappresentato dalle pagine di Wikipedia, solitamente ricchissime di rimandi ad altri contenuti del portale.
I link interni sono molto importanti: aumentano la navigabilità del sito, stabiliscono una gerarchia di contenuti e contribuiscono a diffondere il “link juice”, il “succo di link”. Con “link juice” si intende la forza che una pagina ha di trasmettere autorità a un altra pagina.
Un esempio di link interno ottimizzato:
<a href=”http://www.marcoloprete.it/test2/creare-sito-wordpress/”>Creare un sito con WordPress</a>
Il testo racchiuso dal tag <a> è chiamato anchor text e deve contenere una keyword rilevante per il link in questione. Attenzione: non è necessario che lo url della pagina di destinazione e l’anchor text abbiano la stessa, identica parola chiave. Importante, come sempre, è la pertinenza. Per fare un esempio: il collegamento ad una pagina sui rimedi casalinghi contro la carie non può avere come anchor text “come curare il tartaro”.
La struttura HTML dei link esterni (o outbound link) è la stessa. Inserire un link esterno nel proprio articolo è importante per completare l’esperienza di lettura dell’utente e, se pertinente con il contenuto che hai creato, ti premierà anche in fase di indicizzazione.
Ottimizzazione delle immagini
Oltre che ad arricchire il testo e rendere la lettura più piacevole, le immagini sono utili a migliorare la visibilità del tuo sito. Ecco alcuni consigli per ottimizzare le immagini in chiave SEO!
- Non caricare file troppo pesanti, perché potresti rallentare il tuo sito. Il tempo di caricamento delle pagine è un fattore di ranking e, insieme, un elemento utile per garantire una buona esperienza di navigazione dell’utente. (Vuoi verificare il tempo di caricamento del tuo sito? dai un’occhiata a Pingdom Website Speed Test!)
- Dai un nome “parlante” ai file. Per il nome del file dell’immagine da ottimizzare vale la stessa regola dello url: scegli un nome file “parlante”, che descriva il contenuto dell’immagine, magari inserendo anche una delle keyword per cui vuoi posizionarti. Ad esempio, l’immagine in evidenza di questo articolo ha come nome primi-su-google.jpg.
- Inserisci un titolo. Quando inserisci un’immagine in una pagina o un articolo, può essere utile ottimizzare l’attributo title dell’immagine. Il title di un’immagine è quella frase che compare quando ci passi sopra il mouse (tooltip), ed è un’informazione utile ai motori di ricerca.
- Inserisci un didascalia. E’ una ulteriore informazione, e molto importante, che stai dando a Google sul contenuto della tua pagina e sulla natura di quell’immagine.
- Inserisci il Testo Alternativo. Il testo alternativo o attributo alt è quello che “racconta” l’immagine a Google (e agli altri motori di ricerca), ed è uno dei parametri sulla base del quale le immagini vengono classificate su Google Immagini. Inoltre è il testo che compare sulla pagina quando, per qualche motivo, l’immagine non può essere caricata. Infine è molto utile per favorire la comprensione dell’immagine a persone con problemi di vista, i quali adoperano browser parlanti che “leggono” l’attributo alt.
Le immagini presenti sul tuo sito, oltre che arricchire di contenuti piacevoli la lettura e concorrere al ranking delle tue pagine, verranno indicizzate su Google Images proprio in forza degli attributi del tag img. Se vuoi saperne di più, leggi cosa dice un ingegnere di Google al riguardo!
Ancora un piccolo avvertimento: evita di sovraccaricare titoli, didascalie e testo alternativo di un’immagine con le parole chiave per cui vuoi essere visibile. Non ti è di nessun aiuto – anzi, può penalizzarti. Cerca di essere il più possibile descrittivo della foto e, se è il caso, inserisci pure una keyword!
Ottimizzazione dei contenuti multimediali
Oltre alle immagini è buona norma ottimizzare anche i contenuti multimediali. Cura i nomi dei singoli file e il title come descritto sopra e non dimenticare l’anchor text, il testo di ancoraggio, utilizzato per creare il link alla risorsa multimediale: fai in modo che, al suo interno, vi sia la keyword/keyphrase, ma che sia anche discorsivo e pertinente con il resto del contenuto.
HTTPS: la navigazione sicura
Non tutti lo sanno, ma da tre anni circa anche l’https è un fattore di ranking, sempre più importante. Cos’è l’https? E’ la sigla di Hypertext Transfer Protocol Secure, ovvero un sistema di regole (protocollo) per la comunicazione sicura tra due computer in rete. In pratica, è quel lucchetto verde che vedi in alto, nella barra degli indirizzi del browser, quando navighi sul mio sito!
Come ottenerlo? Basta acquistare un certificato SSL (puoi rivolgerti al tuo hosting provider) o attivarne uno gratuito (per es. con OpenSSL) e poi migrare il tuo sito da http ad https. Dal 2014, aver attivato la navigazione in modalità sicura è un fattore di posizionamento. Se non lo hai ancora fatto, ti consiglio di affrettarti!
Ps: hai bisogno dell’aiuto di un esperto? Contattami!
I dati strutturati
Cosa sono i dati strutturati: schema.org, data set e formati
I dati strutturati sono, in un certo senso, l’uovo di Colombo della SEO. Si tratta di una modalità di scrittura html delle informazioni, in modo da facilitare la comprensione di Google.
Nello specifico, per la codifica di queste informazioni essenziali ci si serve di un vocabolario, ideato da Google, Microsoft, Yahoo e Yandex nel 2011, schema.org. Schema.org mette a disposizione differenti “schemas” (tipi di dati) e, soprattutto, vari “linguaggi” (formati) per tradurli: Microdata, RDFa, JSON-LD (raccomandato da Google).
Ecco uno schema riassuntivo, dalla pagina di Google, delle caratteristiche di ciascun formato:
E questo è uno snippet di codice (in formato JSON-LD):
Perché usare i dati strutturati
Come spiega John Muller nel video che trovi più sotto, i dati strutturati non sono un fattore diretto di ranking. Significa, cioè, che la loro presenza (o assenza) non influenza direttamente il posizionamento sui motori di ricerca.
La loro utilità, però, è indubbia, poiché consentono di comunicare in modo preciso tutte le informazioni di cui un motore di ricerca necessita per posizionare il tuo sito, e per arricchire i risultati di ricerca (“rich snippets”). Quest’ultima funzione si ricollega alle cosiddette search feature, le quali comprendono miglioramenti (“enhancements”) visivi o valorizzano specifici tipi di contenuti (“content types”):
- Rich search results: snippet di risultati con arricchimenti visuali (testo, immagini ecc.); primi su google
- Rich cards: una variazione dei rich search results, simile ai rich snippets e realizzata specificamente per il mobile; primi su google
- Enriched search results: con caratteristiche immersive o interattive;
- Knowledge graph: pannello con le informazioni relative a una organizzazione, un’azienda, un brand ecc.; primi su google
- Breadcrumbs: la visibilità dei breadcrumb nei risultati di ricerca; primi su google
- Carousels: una collezione di rich search results presentati in forma di carousel; primi su google
- Rich results for AMP: per fare in modo che le AMP (Accelerated Mobile Pages) compaiano in formato di carousel, è necessario inserire i dati strutturati;
Analizziamo nel dettaglio le search feature, cominciando dagli “enhancements” (“miglioramenti”):
- Breadcrumb: sistema di navigazione che indica la posizione della pagina nella gerarchia del sito;
- Corporate contact: le tue informazioni di contatto aziendali mostrate nel pannello Google Knowledge (il blocco laterale che, in alcune serp, riassume le informazioni di una organizzazione);
- Carousel: mostra i risultati in forma di lista o di gallery;
- Logo: il logo della tua organizzazione nei risultati di ricerca e nel Knowledge Graph di Google;
- Sitelinks searchbox: un box di ricerca che viene mostrato quando il tuo sito appare nei risultati di ricerca; primi su google
- Social profile: le tue informazioni social mostrate nel pannello Google Knowledge;
Ecco la relativa gallery:
I principali content types:
- Article: notizie o articoli del blog mostrati nel carousel delle top stories, con titoli e immagini in evidenza;
- Book: search feature dedicata a libri e autori che consente di ricercare testi e acquistare i volumi;
- Course: lista dei corsi attivati da una organizzazione, con titoli, indicazioni del fornitore e breve descrizione;
- Events: eventi come concerti e festival, ad esempio, con indicazione di data e luogo;
- Local business: i dettagli relativi ad una attività commerciale o professionale mostrate nella card del Knowledge Graph;
- Product: informazioni su un prodotto, inclusi prezzo, disponibilità e rating (valutazioni);
- Recipe: post di ricette, mostrati come risultati individuali o all’interno di un carousel;
- Review: la recensione di un’organizzazione o attività, come ristoranti, negozi ecc.
- Video: informazioni su un video, con la possibilità di azionare il play;
La relativa gallery:
Articles Courses Reviews Books Events Local business Products Recipes Video
L’elenco completo delle search feature, con spiegazioni approfondite caso per caso, lo trovate qui: https://developers.google.com/search/docs/guides/search-gallery.
E’ inutile che ti dica che i rich snippet sono un modo molto efficace di migliorare le performance, in termini di CTR, dei tuoi risultati. Questo può significare più accessi e, in generale, una ricaduta positiva sul ranking.
Come implementare i dati strutturati
Puoi inserire i dati strutturati in tre modi:
- Manualmente: il che significa scrivere il codice da zero (a partire dalle indicazioni di schema.org e dalle linee guida di Google: https://developers.google.com/search/docs/guides/sd-policies) oppure farti aiutare da un tool online (ad esempio questo di Google: https://www.google.com/webmasters/markup-helper/u/0/, oppure quest’altro https://technicalseo.com/seo-tools/schema-markup-generator/). Il codice in questione andrà poi copiato e incollato all’interno delle relative pagine;
- Tramite un plugin: se hai un sito WordPress come il mio, puoi usare l’ottimo WP SEO Structured Data Schema, scaricabile gratuitamente a questo link;
- Adoperando Google Tag Manager: e qui ti rimando alla guida di Yoast; primi su google
Una volta implementati i dati strutturati, puoi validarli tramite lo strumento ufficiale di Google: https://search.google.com/structured-data/testing-tool.
Le tecniche off-site
Le tecniche SEO off-site comprendono tutte quelle attività volte ad aumentare il posizionamento di un sito web attraverso la link popularity.
La popolarità da link (link popularity in inglese) è una misura dell’affidabilità dei contenuti di un sito web, che influisce notevolmente sulla visibilità online. Oggi i motori di ricerca premiano l’affidabilità di un sito innalzandolo ai primi posti nelle pagine di risposta. (Wikipedia)
Detto altrimenti: “relevance, trustworthiness, and authority that effective off-site SEO affords a website still play a major role in a page’s ability to rank.” (Moz.com)
Le tecniche SEO off-site si dividono in due categorie: primi su google
- Link earning: l’insieme delle pratiche che consentono di ottenere link al proprio sito in maniera spontanea; primi su google
- Link building: le tattiche per ottenere link da altri siti in maniera non spontanea. primi su google
Prima di analizzarle nel dettaglio, facciamo una piccola premessa…
La qualità dei link
Per il posizionamento su Google sono dunque importantissimi i link diretti al tuo sito (backlink). Il motivo è il “link juice” di cui ti parlavo prima: la popolarità di una pagina si trasferisce alle altre grazie ai link. Affinché i backlink migliorino il posizionamento su Google è importante che provengano da siti di qualità.
Ma quando un backlink è di qualità? Un tempo, lo strumento con cui valutare l’importanza di un sito era il Page Rank di Google, una sorta di stima dell’importanza di un sito che si calcolava con una formula matematica. Questo dato era ricavabile pubblicamente installando la Google Toolbar nel browser di navigazione. Dal dicembre del 2013 ciò non è più possibile, anche se il Page Rank è ancora attivo. Per misurare il valore di un link si adoperano allora una serie di indici, che variano a seconda del tool di backlink audits adoperato:
- Domain Authority e Page Authority > Moz
- Trust Flow e Citation Flow > Majestic
- Domain e Url Rating > Ahrefs
Resta un fatto: la popolarità del sito che contiene il link al tuo sono fattori molto importanti. In caso contrario, la strategia di link building potrebbe rivelarsi controproducente!
Anche la pertinenza ha il suo valore. Se hai un blog che si occupa di SEO, è importante che il link ad un tuo articolo provenga da un sito o portale che tratta tematiche affini. L’anchor text deve poi essere ottimizzato come ti ho descritto prima, ovvero con una keyword rilevante per il contenuto linkato.
Nota bene: se il webmaster del sito che contiene un link al tuo decide di inserire nel tag del link l’attributo “nofollow”, il link juice viene “bloccato”. Poco male: anche i link “nofollow” hanno il loro valore: incrementano la brand awareness (la conoscenza del tuo marchio) e gli accessi al sito. In un certo senso, dunque, hanno comunque un peso in ottica SEO!
Link earning
Il link earning (o linkbait) è, a pensarci bene, la prima vera pratica SEO: consiste “semplicemente” nel produrre contenuti interessanti al fine di attirare link naturali (“bait” in inglese significa “esca”). Scrivere cose interessanti, con un elevato contenuto informativo e una forma brillante, porterà gli utenti a linkare naturalmente il tuo sito come risorsa rilevante per un determinato tema.
Lo dice anche Google:
Il modo migliore per incoraggiare l’inserimento in altri siti di link di qualità e pertinenti al tuo è creare contenuti univoci e peculiari, in grado di acquisire naturalmente popolarità nella comunità di Internet. La creazione di validi contenuti paga: i link sono solitamente voti redazionali dati per scelta e maggiore è l’utilità dei tuoi contenuti, maggiori saranno le probabilità che un altro utente li ritenga validi per i propri lettori e inserisca un link a essi.
Quindi: concentratevi sulla produzione di contenuti di qualità e vedrete che il posizionamento del vostro sito ne beneficerà!
Link building: tecniche di base e avanzate
La link building comprende un’insieme di tattiche per ottenere link al proprio sito in modo non naturale (o quanto meno, in modo meno naturale rispetto al link earning). Sebbene molto diffuse, queste tecniche vanno adoperate con cura: in forme eccessive, possono essere considerate spam e dunque penalizzate da Google.
In particolare, occorre evitare pratiche (un tempo molto diffuse) come lo scambio link, link spam su blog e forum, iscrizione a directory di dubbia qualità. Tieni sempre presente che Google aggiorna in continuazione il proprio algoritmo per premiare i link migliori e ottenuti nel modo più naturale possibile. primi su google
Le principali tecniche di link building sono: primi su google
- Article marketing: contatta i titolari di un sito e fai in modo che pubblichino un articolo scritto da te contenente un link al tuo sito. Occhio, però: nella sua forma a pagamento (probabilmente la più diffusa), l’article marketing è espressamente vietato da Google.
- Guest blogging: cerca blog o riviste online del tuo stesso settore disposte a pubblicare un tuo articolo (“guest” in inglese sta per “ospite”). In questo modo, tutti ne ricavano qualcosa di utile: il sito che ti ospita ottiene nuovi contenuti gratis, tu un link importante al tuo sito; primi su google
- Digital PR: La versione digitale delle relazioni pubbliche, ovvero tutte le attività di comunicazione rivolte a stabilire relazioni con istituzioni, aziende, organi di stampa, consumatori, blogger e influencer per promuovere un brand, un servizio o un prodotto; primi su google
- Commenti su blog e forum di settore: commenta l’articolo di un blog del tuo stesso settore o lascia un intervento in un forum assicurandoti inserendo un link al tuo sito;
Altre tecniche avanzate comprendono: primi su google
- Broken link building: è una tecnica che consiste nello scandagliare il web alla ricerca di link “rotti” (cioè eliminati) e di contattare il webmaster dei siti individuati chiedendo di poter sostituire il link “rotto” con uno al proprio sito. primi su google
- Infografiche: lo sapevi che le infografiche assicurano circa i l 12% di traffico in più? Approfitta di questo vantaggio: crea una bella infografica (magari con questi tool), fornisci un codice per la condivisione e contatta i blogger del tuo settore per chiedere di condividerle; primi su google
- La “tecnica del grattacielo”: scansiona il web alla ricerca di vecchi articoli su temi di cui tratti abitualmente e scrivine uno migliore e più aggiornato. Poi chiedi ai titolari dei blog e dei siti che ospitano quei vecchi articoli chiedendo di sostituirli con il tuo; primi su google
Anchor text e pagine di destinazione
L’immagine sopra ci mostra un elemento importantissimo nella costruzione dei link: l’anchor text, ovvero la porzione di testo su cui il link “poggia”. Nel caso del link earning, difficilmente potremo controllare l’anchor text del link che punta al nostro sito. Quando facciamo link building, invece, poiché siamo noi a proporre i contenuti, occorre individuare l’ancora più corretta, la quale, ovviamente, potrà anche dipendere dalla pagina che si sceglie di linkare. Insomma, occorre stabilire una strategia precisa! primi su google
Per aspetti più approfonditi sull’anchor text strategy ti rimando a questa guida molto interessante di Semrush. In linea di massima, tuttavia, è importante dare la massima parvenza di “naturalezza” al processo di link building; e dunque: primi su google
- Variare il più possibile le pagine linkate: non indirizzare tutti i link alla home, ma puntare anche alle pagine interne; primi su google
- Variare il più possibile le ancore: non adoperare sempre chiavi di ricerca come anchor text. Anzi: sfrutta soprattutto ancore brandizzate (il nome del tuo business) o addirittura naked. primi su google
Se la strategia di link building è impostata correttamente, i benefici saranno notevoli! primi su google
Nota bene: se il webmaster del sito che contiene un link al tuo decide di inserire nel tag del link l’attributo “nofollow”, il link juice viene “bloccato”. Poco male: anche i link “nofollow” hanno il loro valore: incrementano la brand awareness (la conoscenza del tuo marchio) e gli accessi al sito. In un certo senso, dunque, hanno comunque un peso in ottica SEO!
SEO Tool
Gli strumenti utili al professionista SEO sono molteplici e coprono una serie di attività: analisi delle keyword, studio dei competitor, site audit, backlink checking ecc. Dovessi elencarli nel dettaglio, dunque, rischierei di dilungarmi troppo. Quindi mi limiterò a fornirti un breve elenco, promettendo di dedicare al tema prestissimo un’articolo intero nel mio blog. primi su google
Site audit, monitoraggio SEO, analisi keyword, backlink e competitor:
– Semrush: https://it.semrush.com/
– SeoZoom: https://www.seozoom.it/
Analisi backlink:
– Moz: https://moz.com/researchtools/ose/
– Majestic: https://it.majestic.com/
– Ahrefs: https://ahrefs.com/it/
Analytics:
– Google Search Console: https://www.google.com/webmasters/tools/home?hl=it
Keywords:
– Google Trends: https://trends.google.it/trends/
– Keywordtool: https://keywordtool.io/
– Google (la funzione suggest o le ricerche correlate, a fine serp, sono utilissimi!)
Siamo ai saluti! Spero che questa guida ti abbia aiutato a comprendere meglio le tecniche da adoperare per migliorare la visibilità del tuo sito.
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